Anna Pia Merico

Più volte, nel corso delle presentazioni, mi è stato chiesto come sia nata in me l’esigenza della scrittura, cos’è che mi porta a scrivere. Spesso, ho risposto dicendo che fin da bambina ho amato molto la lettura, tanto da averne quasi una dipendenza. Praticare l’arte della penna è stato, dunque, il risultato finale.
Il capolavoro di Louisa May Alcott “Piccole donne” (seguito da “Piccole donne crescono”) è stato una sorta di rivelazione; mi innamorai di Jo March e, immedesimandomi nel suo carattere e nei suoi sogni, ho desiderato divenire anche io una narratrice. E a mio modo ci sono riuscita, con diari personali e bozze di acerbi romanzi, poi cestinati con ostinata regolarità.
Come spesso accade crescendo, è la vita a decidere per noi; così, il lavoro mi ha spinto a fare tutt’altro per molti anni, fino a quando quel sogno cullato durante l’infanzia è tornato prepotente. Ho pertanto riscoperto il piacere di trasferire emozioni e pensieri su un foglio bianco, cimentandomi nella poesia come nella prosa. Quello che ne è conseguito, pubblicazioni, partecipazioni a concorsi letterari, premi, presentazioni sono un aspetto che mai avrei immaginato, ma che si è piacevolmente concretizzato.
Il titolo di una celebre antologia di Enrico Vaime, recita: “I sogni nel cassetto se li mangiano le tarme”. Ebbene, è proprio così. I sogni vanno custoditi, protetti, cullati, coltivati e, infine, liberati. Questo è ciò che mi sento di dire soprattutto ai giovani, qualunque talento o sogno abbiano nella vita.
Al momento, fatico ancora a definirmi una scrittrice o una poetessa. Preferisco considerarmi un’artigiana delle parole, per quanto riguarda la poesia, e un’apprendista della narrazione, per quanto concerne la prosa. Scrivo per condividere emozioni ed esperienze, per creare legami empatici con anime affini, per raffrontarmi col mondo, per appagare il mio io assetato di bellezza e purezza, per esprimere la magnificenza della vita. Posso, però, aggiungere con assoluta certezza che la scrittura non consiste solo nell’esprimere il respiro dell’anima e nel dare voce al cuore, ma anche nell’essere introspezione, rifugio, evasione e guarigione, soprattutto se messa in relazione a un vissuto lasciato in sospeso o a cicatrici ancora sanguinanti. È così che la penna diviene strumento per raggiungere la catarsi, la libertà assoluta. La pace.
Opere Storie di Libri
Premi
Premio Internazionale Vitruvio – Le Muse, edizione 2025. Anna Pia Merico è risultata vincitrice nella sezione Libro edito di narrativa ricevendo il Premio Clio con la raccolta di racconti “Davanti a una tazzina di caffè”, curata e garantita da Storie di Libri.



Contatti

Autore dell’articolo
Pasquale Cavalera nasce a Galatina il 15 agosto 1983. Nel 2009 si laurea in Ingegneria Meccanica e qualche anno più tardi, dopo aver deciso di concludere la carriera di ingegnere, fonda l’agenzia letteraria Storie di Libri, in cui attualmente ricopre i ruoli di CEO ed editor.



