Biografia

Patrizia Sarti, scrittrice.
Bolognese di nascita, ma vivo in provincia, precisamente nella campagna di Anzola dell’Emilia. La mia classe di appartenenza è quella del cinquantotto, anche se di primavere ne percepisco molte meno sulle spalle. Sono sposata da quarantadue anni e le nostre due splendide figlie fan sì che la vita si trasformi giorno dopo giorno in una continua e meravigliosa sorpresa.
La professione di perito chimico mi ha insegnato a prendere la vita di petto, non sono un tipo che si arrende davanti alle difficoltà e lotto fino allo stremo, soprattutto per le persone che amo. Da mio padre ho ereditato la manualità, la disponibilità, l’amore per la pittura e l’ironia; da mia madre la tenacia, le capacità culinarie e il far quadrare i conti di casa. Ricordi e sofferenze guidano la mia penna tra le righe.

Bibliografia

Spartiti, di Patrizia Sarti. Opera curata e garantita da Storie di Libri. Collana: Le storie.
Il suono dell’anima vibra silenzioso e si veste di speranza tutte le volte che, con determinata consapevolezza, comprendiamo di essere gli unici responsabili della nostra sorte. Solo così il meccanismo che muove l’esistenza comincia a funzionare in maniera ritmica e melodiosa, trasformandoci da semplici comparse a interpreti principali, restituendo il desiderio di assaporare lo scorrere delle ore e dignità all’alternarsi delle primavere. Una visione, questa, che compare nitida nelle storie narrate, tangibile e perfettamente integrata con la realtà che ci investe nel quotidiano, e che Patrizia con empatia è riuscita a proiettare nella mente di ogni suo personaggio. (Prefazione di Pasquale Cavalera)

Vite, di Patrizia Sarti. Opera curata e garantita da Storie di Libri. Collana: Le storie.
I ricordi di mamma erano confusi e spesso inventati, vagavano a giorni alterni dalla sua infanzia fino ad arrivare al matrimonio con papà. In tutto questo la mia esistenza non era contemplata, semplicemente non si ricordava più di me, non si ricordava più di avermi messo al mondo. Durante la ricostruzione di alcuni eventi a cui tenevo molto provavo a correggerla e allora mi rimproverava con un secco “Tu che ne sai”. Faceva male, tanto male, lo giuro.
Sette lunghi anni in cui la demenza a poco a poco ha cancellato vissuto ed emozioni dalla sua mente, senza però riuscire a scalfire la mia voglia di accudirla con tutto l’amore che un genitore merita. Per colmare la sua assenza ho cominciato a mettere su carta idee, riflessioni e fantasie per poterle consegnare alle mie figlie nel caso in cui un giorno dovesse toccarmi la stessa sorte. La penna mi ha donato un senso totale di liberazione e non ho ancora smesso di imbrattare quaderni e narrare storie. (Patrizia Sarti)

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